Padre Virgilio Mirto Nacque a Guasila il 7 Maggio 1910. Il 5 ottobre 1930 fu accolto nel Seminario della Congregazione dei Giuseppini di Asti, il Parroco Don Pietro Manis presentò il ragazzo con questo attestato: “Assiduo alla Chiesa e frequente ai Santi Sacramenti, distinguendosi fra i suoi coetanei per la Pietà, la fuga dal mondo e il disprezzo del rispetto umano”.
Padre Mirto fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1940.
Tutte le testimonianze su di lui contribuiscono a delineare l’immagine di una persona degnissima, ricca di spiritualità e di umanità, di un vero apostolo e sacerdote, dedicato esclusivamente al servizio della Chiesa e della Società a beneficio delle anime, in particolare alla cura delle vocazioni sacerdotali e per le Missioni.
Padre Virgilio Mirto lavorò moltissimo nel campo vocazionale, attirando a sé molti giovani, ottimo confessore e padre spirituale, saggio e prudente, forte e dolce, paterno e tenero, impersonava la figura di Gesù Buon Pastore (lo dimostrano le molte ore dedicate al confessionale dove la ressa di folla era sempre continua).
Caratteristica della sua spiritualità fu una grande ansia missionaria, per questo motivo concepì un grande sogno: aprire in Sardegna un’Istituto di Formazione per i piccoli aspiranti missionari.
Il 24 novembre 1946, il Vescovo d’Ogliastra Mons. Basoli accolse Padre Mirto nella sua Diocesi, dando la disponibilità dell’ex Seminario di Tortolì per aprire quello che sarebbe stato l’Istituto Sardo Missioni Estere.
In Seminario arrivarono 12 giovinetti aspiranti missionari, provenienti da vari paesi della Sardegna.
La morte tragica e gloriosa interruppe questa nuova esperienza missionaria.
Il 15 luglio 1947 Padre Virgilio Mirto compì un gesto eroico offrendo la sua vita per amore, per salvare la vita di alcuni dei suoi piccoli allievi missionari che rischiavano di perdere la vita nel mare di Orrì, sul lido accanto ad Arbatax. Padre Virgilio si buttò in mare per soccorrere i suoi figli, riuscì a salvarli tutti, e il Signore lo accolse come un vero sacrificio di amore che si dona senza misura. Il corpo di Padre Mirto venne ritrovato più tardi, la sua mano irrigidita stringeva devotamente il crocifisso che aveva appeso al petto. La sua morte suscitò una grande impressione collettiva, la stampa locale ne parlò in toni di commosso elogio.
Questa morte portò i primi missionari in Sardegna.
La Divina Provvidenza non volle che l’opera iniziata da Padre Mirto andasse perduta, così i primi Apostolini Missionari di Padre Mirto continuarono la loro formazione religiosa e missionaria sotto la guida dei Missionari Saveriani di Parma che raccolsero la ricca eredità spirituale e il progetto missionario di Padre Mirto continuando la sua Opera.